
Il cda di Mediobanca ha deciso di rinviare al 25 settembre la data dell’Assemblea ordinaria, originariamente convocata per lunedì 16 giugno, per l’approvazione dell’offerta pubblica volontaria di scambio su Banca Generali. Lo si legge in una nota.
Alla vigilia del voto dei soci sull’ops per Banca Generali, Mediobanca ha convocato il cda. Sul tavolo, come anticipato da Repubblica, la proposta di rinvio dell’assemblea.
Il 4 giugno VM 2006 srl del Gruppo Caltagirone aveva chiesto al cda di Mediobanca di “proporre all’assemblea convocata il 16 giugno di deliberare il rinvio della medesima al momento in cui gli Accordi di partnership saranno definiti”. La proposta sembrava essere stata lasciata cadere e invece ora, in extremis, verrà discussa in cda.
Secondo la lettura che ambienti finanziari danno alla convocazione in extremis del cda per valutare il rinvio dell’assemblea, ci sarebbe anche una prima conta dei voti che vedrebbe in vantaggio il fronte del no, mentre una prima valutazione data della richiesta di posticipare l’assemblea era stata commentata negativamente da fonti di Mediobanca.
Il 3 giugno, quando è arrivata la richiesta di rinvio dell’assemblea, Mediobanca aveva difeso la sua scelta senza appello, una questione “di trasparenza verso il mercato e l’autorità”, avevano fatto sapere fonti vicine a Piazzetta Cuccia. La decisione di convocare l’assemblea, prima di negoziare accordi distributivi che potrebbero “richiedere mesi di lavoro”, sarebbe stata una scelta “nell’esclusivo interesse alla trasparenza” verso il mercato, le authority e Generali, avevano aggiunto le stesse fonti vicine a Mediobanca.
Secondo le quali, il Leone avrebbe dovuto sedersi al tavolo “senza alcuna certezza” sul sostegno dei soci di Mediobanca all’ops, e si sarebbe dovuto lasciare il mercato “in sospeso per mesi” circa il suo “effettivo concretizzarsi”. Le stesse fonti avevano sostenuto che la conoscenza dei dettagli “non rientra in nessun caso tra le prerogative dell’assemblea dei soci” e avevano puntato il dito sulla fonte della richiesta, evidenziando un ‘evidente conflitto di interessi” di Caltagirone, presente con quote azionarie anche in Mps e Generali.
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