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È morto Étienne-Émile Baulieu, il padre della pillola abortiva – News


Con la scoperta della pillola abortiva, nota come Ru486, Étienne-Émile Baulieu cambiò la vita di milioni di donne, offrendo loro un’alternativa all’intervento chirurgico per l’interruzione volontaria di gravidanza.

Per questo il medico e ricercatore, morto all’età di 98 anni nella sua casa di Parigi, è passato alla storia come un paladino dei diritti riproduttivi femminili. Il suo nome, però, è noto in tutto il mondo ma anche per l’importanza scientifica e sociale delle sue ricerche sulla Dhea, l’ormone simbolo della giovinezza.

“La sua ricerca – ha ricordato la moglie Simone Harari Baulieu – è stata guidata dall’impegno per il progresso reso possibile dalla scienza, dalla difesa della libertà delle donne e dal desiderio di consentire a tutti di vivere una vita migliore e più lunga”. Per Filomena Gallo, segretaria dell’associazione Coscioni, “Baulieu ha scritto una pagina importante nella storia dei diritti, ma la sua morte è un monito per l’Italia” che “solo in due regioni vede pienamente applicate le norme sull’aborto farmacologico”. 

Baulieu, nato a Strasburgo nel 1926 e impegnato fin da giovanissimo nella Resistenza francese, ha dedicato la sua vita alla ricerca scientifica in campo endocrinologico, studiando in particolare il ruolo degli ormoni steroidei. Con i suoi studi ha scoperto il ruolo della Dhea, un ormone con effetti contro l’invecchiamento, e ha approfondito lo studio dei neurosteroidi, ossia gli steroidi che agiscono sul sistema nervoso. Ha quindi sviluppato un trattamento innovativo contro la depressione, ora in sperimentazione clinica e, nel 2008, ha fondato l’Istituto Baulieu, con l’obiettivo di comprendere, prevenire e curare malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.

Soprattutto, però, milioni di donne devono a lui la possibilità di interrompere volontariamente una gravidanza in modo medico e sicuro, senza ricorso alla chirurgia. La Ru486, sviluppata da Baulieu nel 1982, è entrata in uso in Francia nel 1988. In Italia, però, il suo arrivo fu subito oggetto di dibattito acceso, sollevando polemiche politiche, religiose ed etiche. Solo nel 2009 l’Agenzia Italiana del Farmaco autorizzò la commercializzazione della Ru486 in Italia, ma con molte restrizioni.

Nel 2020, la svolta: il ministero della Salute aggiornò le linee guida, estendendo il periodo per l’uso da 49 a 63 giorni di gestazione e autorizzando la somministrazione anche in day hospital o presso consultori, senza necessità di ricovero in ospedale. Da allora l’utilizzo è cresciuto costantemente, arrivando nel 2022 a coprire circa il 48% di tutte le interruzioni volontarie di gravidanza in Italia, secondo la relazione del ministero al Parlamento sull’attuazione della legge 194.

Tuttavia, precisa l’avvocata Gallo, “a distanza di cinque anni dalla circolare ministeriale del 2020 che consente l’aborto farmacologico in regime ambulatoriale con l’assunzione del secondo farmaco a casa, solo due regioni, Lazio ed Emilia-Romagna, l’hanno pienamente applicata. Per questo con la campagna ‘Aborto senza ricovero’ “chiediamo che tutte le Regioni adottino procedure uniformi per garantire l’accesso a questa modalità sicura ed efficace, evitando ricoveri inutili che rappresentano un rischio per la salute e uno spreco di risorse. Ricordarlo Baulieu oggi significa impegnarsi affinché il suo lavoro non venga ostacolato da inerzie amministrative o ideologie”.

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